Ultimo aggiornamento 07/11/2020 15:36
Condizione morbosa caratterizzata da un eccesso cronico o ricorrente di secrezione mucosa, con tosse e/o catarro. Per cronico si intende quando la tosse e/o il catarro sono presenti per la maggior parte dei giorni per un periodo di almeno tre mesi, anche non consecutivi in un anno, per almeno due anni consecutivi.
La diagnosi si basa sui dati anamnestici relativi alla presenza della tosse e/o dell’espettorazione per almeno tre mesi l’anno per due anni consecutivi, più la storia di esposizione al fumo di sigaretta. La presenza di un’anamnesi positiva per infezioni respiratorie in età pediatrica, si associa spesso a quadri di bronchite cronica in età adulta.
Una significativa tendenza della bronchite cronica a raggrupparsi all’interno della stessa famiglia è stata più volte dimostrata.
Varie sono le teorie eziopatogenetiche della bronchite cronica.
Normalmente i polmoni si trovano in un ambiente ricco di ossigeno in delicato equilibrio fra l’azione tossica di agenti ossidanti e l’attività protettiva di diversi sistemi difensivi intra ed extracellulari ad azione antiossidante. Lo squilibrio generato da un aumento degli stress ossidativi o da una riduzione delle capacità antiossidanti può dar luogo ad una serie di eventi fisiopatologici nel polmone che inducono alterazioni della funzione polmonare.
La radiografia del torace mostra, di solito, un caratteristico incremento della trama bronchiale e peribronchiale che rende maggiormente evidente il disegno delle vie aeree. Nessun’altra caratteristica radiografica è di solito riscontrabile in questa condizione clinica, mentre la riduzione della trama bronchitica o l’ipertrasparenza polmonare cominciano a comparire quando si delineano i quadri di Bronchite Cronica Ostruttiva e/o Enfisema polmonare.
Le prove di Funzionalità Respiratoria, sono di solito normali e proprio questa caratteristica funzionale distingue la bronchite cronica dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva.
È di solito presente comunque una limitazione al flusso delle piccole e piccolissime vie aeree.
L’emogasanalisi risulta di solito nella norma, mentre può apparire compromessa la saturazione dell’emoglobina per l’ossigeno durante lo sforzo.
L’elettrocardiogramma non presenta di solito significative alterazioni.
Gli esami bioumorali non presentano sostanziali modificazioni, puòessere presente una tendenza alla policitemia. Il dosaggio della carbossiemoglobina può aiutare nell’identificazione della quantità di sigarette fumate.
La TAC del torace non aggiunge di solito alcuna precisazione diagnostica alla semplice radiografia del torace e non dovrebbe essere effettuata.
Il dosaggio dell’ a1 antitripsina va sempre effettuato quando la tendenza alla bronchite cronica intercorra al di sotto dei 40 anni o quando non è associata all’abitudine al fumo.
Tosse: Può intervenire a tutte le ore del giorno, ma è costantemente presente al mattino, è di solito produttiva. Riconosce dei periodi di aggravamento durante le infezioni respiratorie
Espettorazione: È di solito costantemente presente al mattino, è di tipo mucoso. Il muco evolve verso la purulenza e diventa più viscoso durante i periodi di esacerbazione infettiva.
Dispnea: Non è mai presente a riposo, interviene di solito per sforzi superiori alla media.
Obiettivamente: L’ascoltazione del torace può anche non presentare alcuna particolare alterazione. Di solito il murmure vescicolare appare ridotto, possono essere presenti gemiti di fine espirazione. Durante i periodi di esacerbazione sono presenti rumori umidi, sono anche presenti in queste fasi rumori di broncostenosi.
1 La cessazione del fumo di sigaretta.
2 L’identificazione della necessità del trattamento farmacologico dell’ostruzione bronchiale.
3 Escludere la possibilità di neoplasia del polmone.
Il paziente affetto da Bronchite Cronica di solito non necessita di ricovero ospedaliero. Anche nei casi di riacutizzazione batterica acuta la terapia domiciliare è la più efficace nella gestione del paziente.
La mortalità dei pazienti con Bronchite Cronica è bassa. Di solito i farmaci somministrati per os ed i broncodilatatori per aerosol risultano sufficienti, anche nei casi di riacutizzazione, a gestire la condizione clinica.
La degenza ospedaliera in questi pazienti molto spesso espone all’insediamento di microrganismi poliresistenti nell’apparato respiratorio.
I pazienti con bronchite cronica andrebbero sempre trattati al domicilio e valutati periodicamente dallo specialista al fine di valutare l’evoluzione verso le forme ostruttive e/o enfisematose, mediante i test di funzionalità respiratoria. La valutazione per l’eventuale ricovero andrà effettuata durante le riacutizzazioni o in caso di emoftoe.
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